Arrigo Arrighetti Architetto

Politecnico di Milano, Spazio Mostre Guido Nardi

30 GENNAIO 2024 – 25 MARZO 2024

La figura di Arrigo Arrighetti (1922-1989) reclama un posto di primo piano nella storia dell’architettura della Milano del dopoguerra. Quando inizia a lavorare per il Comune di Milano, neppure diciottenne, nessuno ne potrebbe presagire il futuro; né lui stesso probabilmente poteva immaginare – allorché si laurea al Politecnico di Milano nel 1947 con un progetto di ricostruzione di Palazzo Sormani che ne prevede la trasformazione in biblioteca civica – che lo avrebbe realizzato, a partire dal 1948, in qualità di architetto incaricato dal Comune.
In seguito, dapprima all’interno dell’Ufficio Progetti e Lavori, poi dell’Ufficio Studi e Progetti, da lui stesso diretto, e infine come direttore dell’Ufficio Urbanistico Comunale e come consulente della Società MM, Arrighetti realizzerà qualcosa come 150 edifici, tutti accomunati da un’altissima qualità progettuale, aggiornati al panorama architettonico internazionale, e al tempo stesso capaci di fare i conti con un’estrema economia di mezzi.

La mostra – curata da Adriana Granato e Marco Biraghi – presenta una selezione di progetti, tra i quali l’Asilo Santa Croce, l’Istituto Cesare Correnti, la piscina Solarila stazione della metropolitana di Amendola, il Quartiere Sant’Ambrogio, la Chiesa di San Giovanni Bono, presentati attraverso disegni originali conservati presso la Biblioteca Trivulziana del Castello Sforzesco di Milano, e la Cittadella degli Archivi del Comune di Milano.

L’allestimento della mostra, a cura di studio ibsen, intende restituire – attraverso l’impiego “brutalista” di materiali quali mattoni forati e cinghie di carico – l’atmosfera del cantiere edile, e conseguentemente di una stagione in cui l’architettura era caratterizzata in senso fortemente materico e concreto.

Le fotografie in mostra – tutte rigorosamente in bianco e nero – sono opera del fotografo olandese Sosthen Hennekam, che ha maturato una lunga esperienza sull’architettura milanese, in particolar modo del secondo dopoguerra. I modelli di alcuni degli edifici di Arrigo Arrighetti sono opera dello studio Labora del Politecnico di Milano.

Biografia
Arrigo Arrighetti nasce nel 1922 a Milano. Nel 1947 si laurea in Architettura al Politecnico di Milano con una tesi sulla ricostruzione di Palazzo Sormani, biblioteca pubblica bombardata durante le Seconda Guerra Mondiale: sarà proprio questo progetto il primo che realizza in qualità di architetto incaricato del Comune di Milano. L’edificio del 1949 inaugura alcuni dei tratti che diverranno ricorrenti nella produzione di Arrighetti architetto, come l’uso della griglia quadrata di cemento armato o l’illuminazione zenitale di ampi ambienti pubblici.

La sua architettura dimostra una minuziosa ricerca di soluzioni strutturali originali e complesse che rivelano lo studio e l’ispirazione tratti da esempi internazionali.
Nei suoi primi anni di attività progetta complessi di case popolari dalla grande varietà tipologica, con una forte attenzione ai dettagli funzionali e compositivi degli elementi architettonici.
In questo periodo inizia anche a progettare le sue prime scuole, campo al quale dedicherà molte delle proprie energie.

Dal 1955 al 1961 dirige l’Ufficio Studi e Progetti del Comune di Milano portandolo a diventare una realtà vivace e all’avanguardia, costruendo più di 150 edifici e divenendo esempio per molte città italiane. Dal 1956 al 1959, diventa consulente della Società MM per la progettazione e l’arredamento delle stazioni e realizza una delle stazioni della metro rossa di Milano, Amendola Fiera, sviluppando un progetto cristallino sorprendente, con una copertura di resina poliestere rinforzata con fibre di vetro, precursore nell’uso della modularità strutturale di unità geometricamente complesse.
Degli stessi anni sono alcuni dei suoi progetti più interessanti, come la Colonia a Pietra Ligure (1958-59) e la piscina a Parco Solari (1960).
Dal 1961 al 1979 è direttore dell’Ufficio Urbanistico Comunale, dove si occupa di progetti di ampia scala urbana, come ad esempio nel Quartiere Sant’Ambrogio (1962-77). Tra le vette della sua produzione architettonica si possono annoverare edifici che sono frutto tanto di incarichi pubblici come la Chiesa di San Giovanni Bono (1962-64), quanto di incarichi privati, come l’abitazione in via Plinio (1962-70). Muore nel 1989, all’età di 67 anni.

Mostra organizzata dal Politecnico di Milano
Mostra a cura di Adriana Granato e Marco Biraghi
Fotografie di Sosthen Hennekam