Spazio Officina, Centro Culturale Chiasso (Cantone Ticino – Svizzera)
26 MAGGIO 2024 – 21 LUGLIO 2024
La mostra si inserisce nel filone dei maestri del XX e XXI secolo ed è focalizzata sull’opera del maestro fiorentino Giuliano Vangi (1931-2024), con particolare riferimento allo studio del disegno e della rappresentazione grafica, in rapporto alla scultura. L’artista elabora ed esprime i suoi sentimenti e impressioni usando un mezzo che unisce pensiero ed esecuzione: il disegno, il quale a sua volta si trasforma, alla fine del processo creativo, in scultura. La forza artistica di Vangi lo porta alla sperimentazione di diverse tecniche grafiche dell’incisione tra cui l’acquaforte, il bulino, l’acquatinta e la puntasecca, tecnica da lui considerata ideale. Il segno o grapheion, come atto creativo e originale, lo induce a ridisegnare e rielaborare uno stesso tema più volte, in modo che la grafica esprima tutta la poetica dell’artista. Per arrivare a elaborare la propria arte, Vangi attinge direttamente dal vero, ed è in grado di trasmettere un suo codice intellettuale e sentimentale di grande levatura.
Allo Spazio Officina sono esposti quasi duecento disegni di studio a matita e china con biacca e acquarellature, di piccolo e grande formato, e due sculture. In particolare, sarà esposta una selezione della sua produzione grafica a partire dal 1944, anno in cui inizia ad eseguire i disegni accademici, fino ad arrivare al 2023, con opere di grande valore emozionale: complessivamente, ottant’anni di attività artistica, il che rende questa mostra un unicum a livello espositivo. Una sezione della mostra sarà al Centro Seminariale Villa Pontiggia a Breganzona, nel cui parco sono presenti tre sculture di Vangi di cui una inserita nel padiglione ligneo disegnato da Mario Botta.
Giuliano Vangi fin da giovane dimostra una forte abilità artistica e una passione che lo portano a realizzare disegni intrisi di sapienza tecnica e forza emozionale. Egli si forma presso l’Istituto d’Arte Porta Romana e l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Fin dagli esordi, si dedica completamente alla scultura, quale allievo di Bruno Innocenti. Dal 1950 al 1958 si trasferisce a Pesaro, dove insegna presso l’Istituto d’Arte della città. Nel 1959 si trasferisce a San Paolo del Brasile e si dedica alla ricerca astratta, lavorando su cristalli e metalli. Nel 1962 rientra in Italia e insegna all’Istituto d’Arte di Cantù. La sua produzione artistica viene esposta in mostra nel 1967 alla Strozzina di Palazzo Strozzi, evento cui seguirà una ricca serie di mostre in diverse città europee: Stoccarda, Monaco, Francoforte, Amburgo, Londra. Nel 1983 vince il premio dell’Accademia di San Luca e poi il premio Feltrinelli per la scultura all’Accademia dei Lincei. Nel 1988 porta per la prima volta le sue opere in Oriente in una mostra a Tokyo, presso la Gallery Universe. Nel 1994 è nominato Professore Onorario presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara. Nel 2002 Vangi riceve il Praemium Imperiale per la scultura. All’artista, ormai di fama internazionale, viene dedicato a Mishima, in Giappone, un museo che espone un centinaio delle sue opere.
Tra le numerose mostre personali realizzate, si ricordano quella a Firenze al Forte Belvedere nel 1995, agli Uffizi nel 2000, all’Ermitage di San Pietroburgo nel 2002 e al Museo Hakone nel 2002, quella del 2011 con opere di diversi materiali e policromi in mostra al Palazzo Pretorio a Barberino di Mugello, suo paese di origine. Nello stesso anno riceve il premio Giotto e l’Angelico. Nel 2022 ha esposto al Mart in una mostra dal titolo Colloquio con l’antico. Pisano, Donatello, Michelangelo.
A cura di Marco Fagioli e Nicoletta Ossanna Cavadini